mercoledì 18 maggio 2011

QUANDO E' IL MIO TURNO?

Oggi mi sono alzata con la luna storta, vuoi per le 2 alzate notturne per la piscetta del cucciolo, vuoi perché alle 7 ho avuto una crisi di tosse allergica paurosa e ho spezzato di nuovo il sonno, vuoi per l'antistaminico che mi abbatte, mettici pure la situazione lavorativa di mio marito...
Chiunque sento ha in programma un viaggetto, una settimana di ferie... Un giorno in beauty farm, una gita. LE mie cugine adolescenti si stanno godendo il loro periodo teen: vanno in discoteca, fanno scambi culturali, vanno in vacanza da sole, fanno gite, vanno all'estero. Le mi amiche ggiovini lo facevano al nostro tempo e continuano a farlo. Le mie amiche con figli escono vanno fuori a cena, vanno al cinema...
Ma il mio momento godareccio quando comincia? Dai miei 6 ai 12-13 anni ho vissuto un periodo di inferno, i miei litigavano, mio babbo andava, poi tornava, io e mia mamma alle volte non avevamo quasi da mangiare... Lei ha avuto un brutto esaurimento, volavano piatti, forse lui aveva un'altra, non so... Non ho ricordi, buio assoluto. Dopo anni, si sono riappacificati, ma sono iniziati i problemi economici, mio babbo ha aperto ditta, ma lo hanno truffato i soci e lo hanno buttato fuori, quindi anche lì, mangiavamo sempre pasta all'olio... Con l'inizio del liceo comincio a respirare: incontro mio marito, mi stacco dalla mia famiglia... Ma la scuola mi ha tolto l'aria: mia mamma lavorava e faceva una vitaccia in fabbrica per potermi mantenere gli studi, quindi mi sentivo in obbligo e davo il massimo: non sono mai uscita in settimana, sabato e domenica a studiare... La sera finivo alle 22, poi la mattina si ricominciava. Certo sono passata col massimo dei voti, ma non so se lo rifarei... Mai in vacanza con gli amici, mai una gita che non ce lo potevamo permettere: la mia classe ha fatto scambi con Germania e Australia, ma io non ho potuto. Solo ligia al dovere.
Appena ho finito il liceo, nonostante tutti i professori siano rimasti di sasso, ho troncato la mia carriera scolastica, non ho proseguito. Volevo affrancarmi da mia mamma, volevo affrancare lei da me. Non potevo pensare di continuare a dipendere da qualcuno: anche lavorando e studiando insieme non sarei stata indipendente. Finisco la scuola a luglio e a ottobre inizio a lavorare... A 22 anni compro casa a 23 vado a convivere.
Ora mi domando: quando inizia per me il periodo spensierato, quello del non proccuparsi che ci pensano i genitori? Quello del chiedere, insistere per ottenere? Io non ho mai chiesto nulla. Sono sempre stata convinta che non c'era la possibilità di ottenere nulla più di quel che potevano darmi e non ho mai osato pretendere. Non mi sono mai buttata dietro le spalle un'interrogazione, così come non ho mai lasciato un lavoro anche se stavo male... Il senso del dovere... Il panico di trovarmi senza soldi, il panico di non avere mai appoggio e di dover contare sempre e solo su di me... Non ho mai pensato di lasciare il lavoro dopo il cucciolo perché sapevo che non avrei potuto permettermelo, non ho mai pensato nemmeno di avere alternative: mai mi sarei immaginata che mio marito avrebbe trovato il secondo lavoro, se lo avesse fatto con tempismo, subito dopo la gravidanza...
Molta gente sul posto di lavoro cazzeggia, io non l'ho mai fatto, ma se manco di mezza cosa, mi viene fatto pesare. Non manco mai con mio figlio, ma se voglio stare seduta sul divano mi viene fatto pesare, quindi non mi siedo: l'unica scusa che ho per non essere impegnata con lui è il fare in casa. A me non è concessa pausa dall'una e l'altra cosa.
Sono arrivata alla conclusione che io non esisto: io s ono solo dovere.
Allora mi domando: è giusto insegnare ad essere sempre coerenti, sempre onesti con se stessi, ligi al dovere, giudiziosi? Il senso del dovere, della disciplina che mi ha inculcato mia mamma è giusto? E' giusto che io non mi possa mai prendere pausa da me senza sentirmi una merda? O forse è più giusto come fanno le mie amiche o le mie cugine? Vanno a scuola, non bocciano, ma non sono cime, pero' escono, si truccano, ballano, cantano senza sentirsi in colpa per togliere ore allo studio. Si ricorderanno dell'adolescenza come una magia. Forse troveranno un lavoro con meno responsabilità, ma saranno più libere e lo stipendio alla fine sarà lo stesso o forse non lavoreranno e qualcuno penserà a loro. Le mie amiche spendono per viaggi e per vestiti, non hanno famiglia, ma magari l'avranno più in là e si ricorderanno dei 30 anni come un periodo di maturità, ma con leggerezza.
Io a voler sempre essere seria, ligia al dovere, a parte cazziature e responasabilità sempre crescenti, cosa ho guadagnato? Mi posso guardare allo specchio? No perché tanto sento di non fare mai abbastanza, sento sempre che potrei fare di più, sento sempre che se non faccio il massimo non ho diritto a nulla... E' come se mi dovessi guadagnare il diritto di volere o di esistere...
Cosa vorrei io? Non lo so di preciso, vorrei ogni tanto che qualcuno mi alleggerisse di qualcosa, vorrei una volta su mille avere uno sconto, vorrei avere anche io il mio periodo di leggerezza, vorrei appoggiarmi a qualcuno che mi sostenga se non ce la faccio... Economicamente e emitovamente. I miei è da quando sono piccola che mi vessano con i loro problemi economici, come se fosse un problema mio. Ca**o non lo è e non lo era quando avevo 8 o 9 anni! Se mi rammarico perché non ce la faccio, non ho parole di comprensione, ma biasimo perché non esiste il presupposto, devo a prescindere dalle mie forze. Solo gli altri sono degni di comprensione, solo gli altri hanno problemi veri, mai io, perchè io sostanzialmente devo e non posso pretendere.
Sono stanca... Ora che potevo sognare, anche solo sognare di alleggerire le mie giornate, ora che forse potevo lavorare di meno, c'è il problema della ditta di mio marito e tutto è di nuovo allo stop, passo di nuovo dalla pole al secondo posto: prima viene altro. Ancora non è certo al 100% che chiude la ditta, ma basta il dubbio e il mio desiderio non è più importante... Cazzo fra le due poteva chiudere la mia, così gioco forza avrei dovuto trovarmi senza lavoro! Una volta nella vita avrei avuto la possibilità di guardarmi intorno. Avrei avuto la possibilità di trovarmi in una posizione vantaggiosa non economicamente, ma di sicuro emotivamente per me, senza dovermi giustificare con nessuno! Pensa! Senza dovermi vergognare a dire che voglio lavorare meno...
Certo è che se mi estraneo e guardo la mia vita, mi sembra di vedere me con gli occhi chiusi che corro su una fune, cercando di tenere le cose in equilibrio e di districarmi dalle incombenze, senza guardarmi intorno. Settimana, week-end, poi settimana, week end. Sveglia, lavoro, casa, cena, pulizie, accudimento del bimbo, sveglia, lavoro, casa, cena, pulizie, accudimento del bimbo. Mai, un momento in cui posso fermarmi a pensare o anche a non pensare: fra 30 anni cosa mi ricordero' di bello? Cosa avro' fatto degno di nota? Non ai fini necessari, ma qualcosa che dia soddisfazione a me? Oggi va così....

5 commenti:

*MarGe* ha detto...

che post....triste....non so cosa dirti....

chanel ha detto...

se vuoi venire a fare un week end qui io ti ospito e ti porto ovunque gratis! Lo so che non è molto, ma pensaci! anche col pupo!

Rosalina ha detto...

anche io sono senza parole. Per fortuna non ho mai vissuto una situazione così "pensante" dal punto di vista emotivo, ma il motto della mia infanzia è "prima il dovere e poi il piacere". Ci credi, che se anche potessi, la domenica mattina non riesco a poltrire a letto, perchè di certo c'è qualcosa da fare?
Spero con tutto il cuore che tuo marito possa trovare altro e che tu riesca a vederti da fuori con un sorriso ed un po' più spensierata

Mondo_di_Alice ha detto...

@Marge: grazie lo stesso per il commento... Fa bene comunque
@Chanel: Non sai che cosa immensa hai detto! Grazie, anche se non so se mai potro' concretizzare, grazie!

Mondo_di_Alice ha detto...

@Sposa: sai quando certe cose te le inculcano da bambini è difficile superarle. Io poi magari ho avuto anche un po' sfiga... Certo è che non sono dotata di un carattere molto determinato e ho difficoltà a non cadere nel circolo vizioso dei senzi di colpa... Un bacione e grazie